La Ducati Panigale V2 Superquadro Final Edition segna la fine dell’era dei V-Twin

Scritto da Daniele Bianchi

L’ultima superbike Ducati V-twin Superquadro esce di scena con stile, e anche di più

La superbike Ducati V-twin ‘King’ è morta: lunga vita alla superbike Ducati V-twin!

O qualcosa di simile…

Nel caso te lo fossi perso, la fine della linea si sta avvicinando per la tradizionale superbike V-twin Superquadro di Ducati. Ma il leggendario marchio italiano si sta assicurando di uscire con un botto trionfale con questa, la Ducati Panigale V2 Superquadro ‘Final Edition’.

Presentata questa settimana come modello “ultimo di gamma”, è l’ultima Ducati a utilizzare l’incarnazione definitiva del tradizionale motore bicilindrico a V del marchio, il “Superquadro” oversquare introdotto sulla 1199 Panigale nel 2011.

Ducati Panigale V2 Superquadro Final Edition

Quella moto si è evoluta nella 1299 Panigale prima di essere sostituita dalla nuovissima V4 Panigale nel 2019.

Il Superquadro V-twin, tuttavia, ha vissuto in una forma più piccola, prima nella 899 del 2013, che è stata poi sostituita dalla 959 del 2016, prima di essere rinominata Panigale V2 nel 2020. È quella moto, capace di 155 CV, che ora sta finalmente raggiungendo la fine della strada, da qui questa Final Edition. E Ducati le sta sicuramente dando un degno saluto.

La Final Edition è stata concepita come un omaggio al sofisticatissimo Superquadro V-twin, con la moto stessa ricoperta di componenti di qualità, di alto valore e su misura. Saranno costruiti solo 555 esemplari, ciascuno numerato individualmente e corredato da un certificato di autenticità.

Ducati Panigale V2 Superquadro Final Edition

Sebbene il cuore della moto sia rimasto, forse giustamente, invariato, con una cilindrata di 955 cc e una potenza dichiarata di 153 CV a 10.750 giri/min e una coppia di 77 lb ft a 9.000 giri/min, gran parte del resto della Panigale presenta specifiche più elevate o è stato realizzato su misura.

C’è una speciale verniciatura progettata da Drudi Performance (quello della fama di Valentino Rossi) in collaborazione con il Centro Stile Ducati. Le sospensioni anteriori e posteriori sono di Ohlins e comprendono forcelle rovesciate da 48 mm completamente regolabili con trattamento TiN e un monoammortizzatore completamente regolabile. I freni sono le ultime pinze monoblocco Brembo M4.32. C’è l’elettronica di ultima generazione con una IMU a sei assi che controlla le modalità di guida e potenza, ABS cornering Bosch, Ducati Traction Control (DTC), Ducati Wheelie Control (DWC) e altro ancora. Ha anche un ammortizzatore di sterzo Öhlins.

Esteticamente, la monoposto ha anche una sella su misura, una chiave, una targa numerata sulla piastra superiore e persino un’animazione su misura sullo schermo all’avvio. C’è anche un terminale del silenziatore in fibra di carbonio, parafanghi anteriore e posteriore, protezione del forcellone, paracatena, coperchio della frizione e protezione dell’ammortizzatore.

Ducati Panigale V2 Superquadro Final Edition

Infine, sono inclusi speciali manopole sportive, pedane regolabili in alluminio fresato, tappo del serbatoio ricavato dal pieno e perfino un telo coprimoto personalizzato.

I prezzi non sono ancora stati annunciati, ma si prevede che il prodotto sarà in vendita a ottobre.

In effetti, la V2 Final Edition segna la fine di una lunga serie di superbike Ducati che risale fino alla storica Desmo 750 SuperSport di Paul Smart, vincitrice della 200 Miglia di Imola del 1972. Più specificamente, tuttavia, segna la fine delle sue superbike che utilizzavano il formato motore Desmo a quattro valvole, raffreddato a liquido, iniziato con l’originale 851 del 1987. Quella moto ha portato alle vincitrici del WSB 888, 916, 999, 1098 e altre e ha anche generato le più piccole 748, 749, 848, 899 e 959, fino all’attuale Panigale V2.

Ma nonostante la fine della superbike Ducati V-twin, non è la fine della Ducati V-twin. Il V-twin da 939 cc e 110 CV del marchio sopravvive nella SuperSport 950, DesertX, Monster e Multistrada V2, mentre un V-twin da 803 cc raffreddato ad aria continua a essere utilizzato nella sua famiglia Scrambler composta da tre modelli.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.